Nicola Fano

teatro e altre cose

La candela di Caravaggio

lacandelaIl teatro è un modo di guardare. Precisamente come la pittura e la scultura: fin dall’antichità, arte e teatro sono sempre stati gemelli nella creatività. Le storie dei pittori, le loro manie, i loro trucchi – ieri come oggi – si sono intrecciati alle abitudini dei teatranti, le loro intuizioni, i loro esperimenti. La pittura ha fatto teatro e il teatro ha fatto pittura. La candela di Caravaggio racconta questa relazione privilegiata attraverso alcuni quadri e, soprattutto, attraverso alcuni pittori e le loro tecniche sceniche. E i loro insospettabili rapporti con il mondo teatrale.

La regìa, per esempio, è stata inventata – seppure in modo inconsapevole – da Paolo Uccello che disponeva su un tavolo del suo studio le figurette di legno che avrebbe dipinto nei suoi quadri per studiarne le relazioni prospettiche. L’ignoto maestro del Trionfo della morte di Palermo, invece, ha anticipato la “scrittura sincronica”, tipica del montaggio teatrale. Ma è pure teatralissima la convenzione della finzione (quando l’attore finge di essere qualcun altro sulla scena e il pubblico finge di credere che l’attore sia un altro) che sta alla base del capolavoro di Paolo Caliari (il Veronese): Le nozze di Cana dove il miracolo dei poveri che vedono trasformata l’acqua in vino si sposta nelle meraviglie della Serenissima. Non può essere un caso, infine, che l’invenzione dell’illuminotecnica, all’inizio del Novecento, abbia sfruttato gli stessi trucchi inventati da Caravaggio e dei suoi seguaci. Salvo che loro usavano le candele, invece dei riflettori elettrici.

Elliot, 2022 – 115 pagine + 18 illustrazioni, 17,5 Euro

Isbn 9788892761544