Mio padre è stato partigiano, suo padre fece la guerra d’Africa; la prima, quella del 1912. L’altro mio nonno si trovò a Caporetto quando non avrebbe dovuto: salvo la pelle e questo è già molto. Poi fu nel battaglione di bersaglieri motorizzati (avevano la bicicletta) che entrarono a Trento il quattro novembre, il giorno della vittoria. Tornò indietro con un ferro di mulo piegato; ora lo conservo io. Io sono un uomo del Novecento che si è adattato al Duemila. Da ragazzo pensavo: «Nel Duemila avrò quarantun anni, sarò vecchio». Un po’ è andata così perché il Duemila ci ha fregati tutti noi che ci siamo formati – con passione – nel cuore del Novecento. Figurarsi uno come me che con due generazioni è nel cuore dell’Ottocento!